giovedì 5 marzo 2020

SINERGIA DI CISTO

Qualche giorno fa, la mia amica Rosanna Pilia, anche lei naturopata, ha pubblicato su Facebook un video in cui descrive ampiamente le proprietà del cisto rosso, come infuso.
E' una tisana che bevo volentieri da anni, un po' perché ha qualità importanti, un po' perché sono fortemente legata alla pianta, che mi ricorda la Sardegna, in cui ho passato le estati, dalla infanzia all'adolescenza e in cui ho vissuto per vent'anni, dalla fine del 1991 al 2012.
C'è anche un'altra pianta che suscita in me molte emozioni e ricordi, cioè l'elicriso, ma ne parlerò un'altra volta.

Il cisto villoso è la pianta con il più alto contenuto di polifenoli, presente in Europa. 
I polifenoli sono molecole di origine organica vegetale, che combattono l'invecchiamento cellulare, svolgono funzione di protezione da agenti esterni, sono antinfiammatori e antivirali, regolano l'assorbimento e l'immagazzinamento del colesterolo nel sangue.

Nel mediterraneo il cisto è impiegato da millenni nella medicina popolare come rimedio terapeutico. La tisana era, ed è usata per il mal di gola, l’angina, la rinite e altri sintomi del raffreddore. 
Ha un effetto basico, disintossicante, illumina la pelle e rinforza il sistema immunitario.
La pianta del cisto rosso ha fiori di un rosa carico, ed il suo binomiale è Cistus villosus, detto anche Cistus x incanus, C. garganicus, C. creticus.

Cistus incanus

Da questa specie, e dalla specie Cistus ladanifer (a fiore bianco), si estrae una resina, che le piante producono durante il periodo estivo, con lo scopo di contrastare il grande caldo (trattenendo l'umidità) ed evitare l’evaporazione dell’olio essenziale.
Tale resina, che, rispetto a un tempo è estratta con preferenza del solo cisto ladanifero,  si ottiene con metodo moderno: bollitura di foglie e rami e successiva distillazione in corrente di vapore. 
E' il famoso Làbdano, che in commercio si trova comunque anche come assoluta e come resina vera e propria.

L'essenza pura ha un odore un po' aspro, e si apprezza di più una volta diluita in una miscela o aggiunta ad una crema. Allora si può gustare il profumo caldo e speziato della resina, che dona calore, sostiene, coccola l'Anima.
Nell'antichità la resina era utilzzata in cataplasmi e unguenti,  per  curare le ferite infette. La proprietà astringente permetteva di fermare i sanguinamenti.
Oggi la scienza conferma le proprietà risananti per la pelle,  come eczemi, psoriasi, acne, ma anche semplici irritazioni, punture di insetti, rughe.
Il potere rigenerante, che offre il cisto, lo vediamo nella forza vitale della pianta, che sopravvive all'arido sole mediterraneo, in assenza di acqua, ma soprattutto riprende a germogliare e vivere, spontanemente, nei terreni devastati dagli incendi.

Io da alcuni anni personalizzo la mia crema-viso (che scelgo neutra, di base, come questa) con alcune gocce di olio essenziale di cisto, che applico sempre dopo aver fatto, la mattina, uno scarico linfatico collo/viso.
L'olio essenziale di cisto nelle creme era già una pratica dell'antico Egitto: oltre quanto già detto, migliora il drenaggio linfatico, aiuta l'elasticità dei piccoli vasi capillari.

Da un punto di vista emozionale, l'aroma dell'olio essenziale di cisto è adatto a chi soffre di incapacità nel vivere sentimenti ed emozioni, come se fosse congelato, e a chi è stato "bruciato" da esperienze traumatiche.
Le persone che hanno perso fluidità, capacità di interazione ed adattamento, hanno bisogno di lavora sulle "rigidità", e vivere con coraggio un processo di trasformazione interiore. E questo aroma è utile quando ci sentiamo come nudi, timorosi, facilmente feribili e abbiamo bisogno di trovare in noi il coraggio per andare avanti in quello che stiamo vivendo: pensate alla analogia con i fiori del cisto, delicatissimi, che perdono le foglie appena li tocchiamo, ma ci sono sempre nuovi boccioli pronti ad aprirsi in tutta la loro bellezza.

Il làbdano è un ingrediente importante nei profumi, come fissativo, ma anche per la sua complessità olfattiva, che si può scoprire bruciandone qualche pezzo di resina: ad ogni fumigazione rivela, oltre alla classica percezione ambrata e di cuoio, toni fruttati, o di bosco dopo la pioggia, o di erba tagliata... risvegliando immagini, o trasportando in un viaggio che va oltre il vissuto.
Resina di làbdano
Infine vorrei accennare al fatto che in inglese il cisto è chiamato "rock rose", e quindi ci porta a un fiore, del repertorio vibrazionale di Edward Bach, l'eliantemo, che appartiene alla famiglia delle Cistacae, ed il colore è giallo.

L'Heliantemum nummularium, "Rock rose", appunto, è il rimedio adatto alle persone che vivono attacchi di paura acuta, a cui seguono vere e proprie crisi di panico accompagnate da reazioni fisiche che non controllano, come tremore, sudorazione, tachicardia, sensazione di gelo, paralisi momentanea. 
Soprattutto, travolti dalle proprie emozioni, si sentono inermi davanti a ciò che vivono come eventi estremi ed inattesi, e non riescono a reagire.
 
Heliantemum nummularium, il Rock rose dei Fiori di Bach
Come per la tisana e l'olio essenziale, anche nel caso del rimedio vibrazionale il beneficio è profondo. Utilizzandolo, la persona si rende conto della propria energia vitale e ritrova una connessione con la parte spirituale, recuperando la capacità di gestire le situazioni nella dovuta misura, grazie al coraggio rinnovato.

La sinergia tra tisana, olio essenziale (o fumigazioni di resina) e fiore di Bach è ottima per vivere questa anticamera alla primavera, prepararci a nuove energie, migliorare le nostre condizioni, messe duramente alla prova in questo inverno, in questi giorni, da informazioni contraddittorie, situazioni inaspettate, scomode,  che hanno fatto perdere la ragione a molti.
Usare la forza del cisto ci aiuta a rimanere "centrati e forti", a livello psicofisico, aiutandoci ad adattarci con fluidità,  attivamente, consapevolmente.

Cistus ladanifer

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