lunedì 17 febbraio 2020

SONO TUTTI "OLI ESSENZIALI"?


L'aromaterapia gode attualmente di una grande notorietà, ma c'è poca cultura della stessa.
In commercio c'è molto, anche prodotti sintetici, arbitrariamente diluiti, "ritoccati", adulterati.

Poi ci sono quelli di "grado terapeutico": espressione inventata da chi li vende, per dare al proprio prodotto un'importanza maggiore all'occhio dell'acquirente. In tale affermazione non c'è nulla che abbia a che fare con una normativa di legge, sia chiaro.
E questo vale anche per altre diciture simili: "grado terapeutico certificato", "grado farmaceutico", grado clinico"....

Tutto questo succede perché non esistono definizioni che vincolino legalmente un olio essenziale, e non ci sono neanche definizioni in grado di indicare, in modo univoco, cosa costituisce un olio essenziale da usare in terapia, o in profumeria, o nell'alimentazione...

Insomma, manca uno standard, e questo è un vero problema per l'acquirente, che il più delle volte si fida di ciò che legge, di ciò che gli viene venduto, a scatola chiusa

Definire soddisfacentemente, oggettivamente e con poche parole, un olio essenziale è difficile: 
- possiamo rivolgerci alla complessa composizione chimica, dove le percentuali dei vari composti sono però molto variabili;
- possiamo portare la nostra attenzione sulla presenza ed importanza degli oli essenziali nella pianta da cui derivano, ma sappiamo che il prodotto estratto differisce un po' da quello che era contenuto nella pianta.

Una bella definizione la indica Marco Valussi, fitoterapeuta, che ha una grande competenza in aromaterapia:
"Gli oli essenziali sono un "estratto fitochimico" selettivo, cioè scelto e rimosso dalla pianta in maniera specifica".

Ciò indica che gli oli essenziali, nel fitocomplesso di una pianta, sono una frazione molto piccola, una miscela di prodotti, che condividono un comportamento simile, nelle condizioni date: ad esempio la volatilità nella distillazione in corrente di vapore, o la liposolubilità negli oli essenziali di agrumi ottenuti per spremitura delle scorze.
 
Questa descrizione ci è utile per ricordare di non confondere la chimica degli oli essenziali con altri prodotti derivati dalla stessa pianta (tintura madre, gemmoderivato, idrolato, tisana...).
 
E tale descrizione ci porta alla definizione data dalla Farmacopea ufficiale.

 
Per quanto riguarda l'Aromaterapia, le farmacopee europea e italiana ammettono due soli procedimenti di estrazione: 
- la distillazione in corrente di vapore (i tre metodi)
- la spremitura a freddo.
Sono così esclusi estrazioni con solventi estranei alla pianta stessa, o altri metodi che frazionano/impoveriscono l'olio essenziale stesso.
 
Di conseguenza sono esclusi estratti, assolute, e oli essenziali che siano stati ricostituiti o da cui siano stati eliminati alcuni componenti.

Invece, commercialmente parlando, sotto il termine di "oli essenziali", si cataloga tutto, senza distinzione.
 
Quando definiti "alimentari", semplicemente rispondono a una serie di norme relative alla produzione, stoccaggio, etichettatura.
E quindi non significa che possono essere usati senza le precauzioni necessarie.
 
Sta all'acquirente verificare il tipo di estrazione, ammesso che sappia che esistono queste differenze e quali sono i limiti e le controindicazioni d'uso.
 
Vi invito a leggere, sul sito di S.I.D.A.I., le FAQ di aromaterapia.